venerdì 15 gennaio 2010

Castello di Marzano di Merlino (LO)

Una leggenda popolare diffusa tra i paesi limitrofi (Zelo Buon Persico, Bisnate, Merlino, Vaiano) dice che i signorotti proprietari di questo castello eseguivano regolari scorribande nell'area circostante alla ricerca di fanciulle che venivano seviziate e poi gettate in un famigerato pozzo all'interno dell'edificio dotato di lame dove le poverette trovavano la morte. Sempre la leggenda parla dei lamenti provenienti dal castello che gli abitanti del paese sostenevano di sentire, nonostante quest'utlimo fosse disabitato ormai da decenni.













UN PO' DI STORIA
La storia del castello è molto antica: già nel '200 erano lì presenti delle fortificazioni, primigenia struttura sulla quale venne in seguito edificato il palazzo. La prima notizia certa è però del 1370, e riguarda un personaggio molto noto nel lodigiano proprio per i castelli che vi edificò: si tratta di Barnabò Visconti, il cui nome richiama immediatamente alla memoria i castelli di Sant'Angelo e di Pandino. Ebbene, nel 1370 Barnabò Visconti lo donò alla moglie Regina della Scala, e nelle mani dei visconti il palazzo rimase fino al 1412, quando Filippo Morliano lo ricevette come premio di fedeltà. La struttura fu oggetto di un importante restauro nel corso del '500, quando cominciarono frequenti cambi di proprietà: prima la famiglia Carcassola, poi i napoletani Tarsis, fino ai Trotti, che rimasero i proprietari fino al 1842. Per tutta la seconda metà dell'800 la struttura fu utilizzata per l'allevamento dei bachi da seta, nel periodo in cui fu di proprietà di una famiglia di setaioli bergamaschi: i Frizzoni. Il palazzo passò ai Grugni nel 1912 del tutto spoglio, privo di mobili, arredi e quadri, di cui era stata disposto il sequestro a causa della precaria situazione economica dei Frizzoni. Ma le vicissitudini del castello non erano ancora finite: nel secondo dopo-guerra divenne ricovero di sfollati e la cappella rimase fino alla metà del '900 adibita a scuola elementare.














Fortunatamente tutti questi avvenimenti, pur provando duramente il palazzo, non ne hanno pregiudicato la struttura, e perfino gli affreschi e i soffitti a cassettone hanno resistito all'incuria.
Nel 1981 il palazzo è stato dichiarato "di interesse particolarmente importante" dal Ministero dei beni culturali (fonte: Lodionline)

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